A settant’anni dalla morte, nel novembre 1952, a che punto è la ricezione dell’opera e della figura di Benedetto Croce dalla parte dei lettori e degli studiosi? Non si tratta di partite separate, ma di una sola questione che nel primo ventennio del XXI secolo si presenta in modi nuovi.
Alle acquisizioni della filologia, testimoniate dai volumi dell’Edizione Nazionale, giunta ormai quasi alla conclusione, si accompagnano le riflessioni critiche sui molteplici versanti della attività inesausta di quel pensiero; nello stesso tempo si manifesta evidente l’urgenza di dare un volto contemporaneo a quell’opera, di riconfigurare ed avvicinare ai lettori l’immagine del filosofo.
Da più parti, da approcci culturali e con motivazioni differenti sono aperti i cantieri intorno alla biografia di Croce nei suoi snodi essenziali.
È apparso dunque opportuno prendere l’abbrivo dal contesto attuale, dalla situazione di profondo sommovimento epistemologico dovuto al passaggio verso il nuovo mondo digitale. Ci si avvicina infatti a Croce ormai in una luce diversa, ora che tanta parte della sua opera è consultabile in rete, ora che proprio la mentalità e l’immaginario indotti dall’universo del web rendono meglio leggibile il modo complesso e reticolare in cui il filosofo costituì progressivamente, nella scrittura, l’io come relazione col mondo.
Il seminario di pescasseroli, il primo di una serie, vuole rispondere alle nuove esigenze conoscitive, che coinvolgono ed uniscono generazioni diverse di studiosi, nella rinnovata volontà di intendere, sullo schermo del presente, il personaggio Croce.