Il MU.SP.A.C. Museo Sperimentale d’Arte Contemporanea di L’Aquila, organizza, dal 21 al 23 aprile 2023, il laboratorio di recitazione “Il gioco in scena”, a cura dell’attoreDaniele Parisi.
Il comunicato:
Avere un buon ascolto è la condizione necessaria per poter recitare. Se non si ascolta l’altro, si diventa sordi, e la sordità porta a non far accadere le cose, alla genericità dell’azione scenica, all’autocompiacimento. Questo è il punto di partenza per poter iniziare a lavorare.
Quello che si propone è un percorso di formazione che punti a formare un attore che sia consapevole dei propri strumenti di lavoro, a partire dall’utilizzo del corpo, della voce, della propria emotività, in relazione allo spazio scenico, al pubblico che ascolta, al compagno di scena. L’obiettivo sarà dunque quello di allenarci collettivamente a far accadere le cose nel qui e ora, esattamente nel momento in cui siamo in scena, essendo vivi e presenti a noi stessi, senza la preoccupazione di un progetto ego-riferito.
Uno degli ostacoli maggiori che ci porta a non far accadere le cose mentre recitiamo è il giudizio che abbiamo su noi stessi e sugli altri mentre lavoriamo. Eliminare questo tipo di giudizio e creare, necessariamente, un ambiente di lavoro sano e protetto sarà un altro punto fondamentale di questo laboratorio.
Ogni attore deve essere disponibile a mettersi in gioco fino in fondo e dunque deve imparare ad abbandonare tutti quei piccoli impedimenti che non gli permettono di poter creare, immaginare, giocare.Questa libertà, che è tipica dei bambini, purtroppo si perde nell’età adulta.
“I bambini giocano, gli adulti scherzano” diceva un grande attore del passato. Del gioco infatti ci occuperemo, non dello scherzo. Non c’è tempo per scherzare.
Nel corso delle lezioni, infatti, attraverso una serie di esercizi mirati al recupero della consapevolezza del proprio corpo, della propria emotività, impareremo a stare insieme nel rispetto dell’altro, giocando fino in fondo, spingendoci al limite della nostra creatività, tentando di recuperare quella libertà che le convenzioni sociali ci hanno fatto mettere da parte.
La sfida, dunque, sarà quella di creare degli attori consapevoli; degli interpreti capaci di utilizzare la tecnica e la propria emotività, imparando a governarla con la leggerezza del gioco, e metterle a disposizione di un testo, recitando senza paura, ed essere finalmente liberi.