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Fibromialgia, l’impegno di Aisf L’Aquila per gestire la “malattia invisibile”

Fibromialgia: dopo la giornata mondiale dedicata alla malattia invisibile, Aisf L’Aquila rinnova il suo impegno verso tutte le persone che soffrono di fibromialgia.

Aisf, (Associazione italiana sindrome fibromialgica – sezione dell’Aquila), la cui referente è la dottoressa Dania Di Fabio, è presente a L’Aquila dal 2017, la sede centrale è a Milano presso l’ospedale Sacco.

L’associazione nasce con lo scopo di rendere possibile un un adeguato approccio diagnostico, terapeutico e assistenziale alle persone affette dalla sindrome fibromialgica, offrendo informazioni per conoscerla e gestirla al meglio al fine di migliorare le condizioni di vita per tutti i pazienti.

Inoltre l’Aisf ha la “mission” di far conoscere la sindrome fibromialgica al personale sanitario che spesso non conosce o sottovaluta il problema.

La fibromialgia non è ancora riconosciuta dallo Stato italiano come tale anche se ,attraverso l’Associazione, è ora presente un disegno di legge in Parlamento per il suo riconoscimento e l’inserimento nei LEA.

La sezione Aisf dell’Aquila è diventata un punto di riferimento per molti pazienti fibromialgici, non solo dell’Aquila.
Abbiamo attivo sia online che dal vivo lo sportello di ascolto.

“Aiutiamo le persone anche nel percorso diagnostico spesso difficile, con dispendio di risorse fisiche, psiche ed economiche.
Una volta avuta la diagnosi aiutiamo le persone a gestire questa sindrome cronica nel miglior modo possibile, rendendo il paziente il protagonista della sua cura aumentandone il senso di autoefficacia”, spiega la dottoressa Di Fabio.

“In questo anno di pandemia abbiamo organizzato numerose attività, ginnastica dolce, yoga, gruppi di mutuo auto aiuto,ecc…a livello locale ma anche progetti nazionali tipo quello del Feldenkrais e di Bioenergetica che grazie alle piattaforme virtuali sono stati accessibili a tutti i nostri soci di tutte le regioni”.

“Da quest’anno il nostro referente medico è il dottor Francesco Carubbi, che lavora all’immunoreumatolia dell’ospedale San Salvatore”.