“La scoperta di un grande edificio sepolto è estremamente importante e ritengo impensabile realizzare lì un impianto industriale svilendo le testimonianze archeologiche che sono a fondamento della storia e dell’identità dell’antico popolo dei Peligni”.
Lo dichiara l’archeologo e coordinatore dell’Archeoclub Abruzzo Alessandro Bencivenga, a proposito dell’edificio sepolto scoperto a Sulmona, aggiungendo che “l’intera area dove la Snam vuole realizzare i suoi impianti si conferma di grande interesse archeologico”.
”Già De Nino, nel 1887 – spiega l’esperto – lì vicino aveva segnalato reperti. Sono note sepolture a fossa di epoca italica e romana, il sarcofago di epoca romana di Numisina e l’esistenza della chiesa rupestre altomedievale di Sant’Angelo in Vetulis.
A Case Pente furono scoperte sepolture del III-IV secolo e l’iscrizione, ora conservata al Museo Archeologico di Sulmona, detta ‘dei callitani’ che attesta la percorrenza tratturale del sito fin dal I secolo a.C. Gli stessi consulenti di Snam citano un testo dell’archeologo Frank Van Wonterghem, che aveva rintracciato muri antichi, ammettendo due interferenze dirette con il progetto della centrale per il sito già investigato con il georadar e per una seconda area che si trova dietro il cimitero di Sulmona, non ancora indagata”, conclude Bencivenga.