Alpini dell’Aquila in Kosovo, il comunicato di Rilindja

“In qualità di presidente dell’associazione culturale Rilindja esprimo, a nome di tutta la comunità kosovara dell’Aquila, la più profonda solidarietà e vicinanza ai nostri Alpini del IX Reggimento L’Aquila, e auguro una pronta e rapida guarigione ai militari feriti in Kosovo, durante le proteste dei manifestanti serbi che nella città settentrionale di Zvecan contestavano davanti al municipio per chiedere la rimozione del nuovo sindaco che fa parte della maggioranza albanese.

Ci rassicura e ci rende felici il messaggio del comandante del 9° Reggimento Alpini, il colonello Mario Bozzi, il quale ci ha informato sulle loro condizioni di salute, in quanto le ferite riportate sono lievi, permettendo così un rientro a breve in Italia e, in particolare, all’Aquila.

Voglio ricordare che l’Italia, sin dal 1991, è sempre stata presente in tutte le missioni militari internazionali umanitarie di stabilizazione e di pace avvenute nei Balcani,  conflitti determinati dal processo di disgregazione della Repubblica Jugoslava, le più drammatiche sono state la guerra Serbo-Bosniaca e quella del Kosovo.

Tutte le vicende sono state seguite dalle principali organizzazioni internazionali: ONU, NATO, UE, UEO e OSCE; le ultime aree di guerra sono controllate dalle forze militari KFOR (Kosovo Force, una forza militare internazionale guidata dalla NATO e  controllata dall’ONU), che ha l’obiettivo di ristabilire l’ordine e la pace, soprattutto dopo le vicende di queste ultime settimane dovute al risultato delle elezioni del 23 aprile, che hanno visto la vittoria dei tre politici di etnia albanese, una minoranza etnica in quell’area del Kosovo rispetto ai serbi. Da ciò si evince che, a tutt’oggi, i colloqui tra i due Paesi (Serbia-Kosovo) non sono risolutivi, ma, purtroppo, restano molto oscillanti.

L’intervento da parte dei grandi leader mondiali è stato tempestivo, ci auguriamo anche che sia risolutivo una volta per tutte e che possa esserci, così, finalmente, per queste nazioni afflitte da tante difficoltà, al più presto il riconoscimento reciproco, tale da aprire la strada per una futura adesione all’Unione europea e quindi alla pace”.

Il presidente dell’associazione culturale Rilindja Abdula (Duli) Salihi .