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Voci di dentro: “Come semi d’autunno”

E’ stato un successo lo spettacolo teatrale organizzato da Voci di dentro e dalla Casa circondariale di Pescara dal titolo “Come semi d’autunno”, presenti il Presidente del Tribunale di Sorveglianza dell’Abruzzo Mariarosaria Parruti, il Garante regionale dei detenuti Giammarco Cifaldi, la direttrice dell’Istituto Lucia Di Feliciantonio, la responsabile dell’Area educativa Federica Caputo e una folta rappresentanza di detenuti. Applausi a scena aperta per i diciassette attori (detenuti, volontari e studenti) diretti con gran maestria da Ugo Dragotti e che hanno saputo emozionare e far sorridere interpretando persone di varia età e provenienza: in uno scambio di battute e racconti sulla propria vita sono emersi i temi della violenza, del rapporto uomo-donna, del dolore, del carcere, del gioco, dello sport, della musica, degli amori e delle occasioni perdute.

Finanziato dai fondi dell’otto per mille della Chiesa Valdese, lo spettacolo è frutto di un doppio laboratorio di Voci di dentro: inizialmente, durante la pandemia, e dunque durante i vari lockdown, c’è stato il laboratorio di Teatro sociale e narrazione che si è svolto principalmente on line con studenti ed ex detenuti o detenuti ai domiciliari. Sotto la guida di Carla Viola si sono tracciate le linee guida di un copione dove tutti con la narrazione del sé hanno messo nero su bianco problematiche relative al proprio vissuto quotidiano.

Nel carcere di Pescara, infine, si è svolto il laboratorio condotto da regista e tutor dell’Associazione per l’attribuzione dei ruoli, le prove di recitazione e la messa in scena dello spettacolo.

Obiettivo del progetto (“voci di dentro-voci di fuori”) è stato quello di usare il teatro come strumento capace di abbattere i muri fra l’interno e l’esterno del carcere mettendo insieme studenti e detenuti. Il teatro, da una parte ha offerto al detenuto un validissimo strumento per la revisione del percorso di devianza e la costruzione di un futuro reinserimento sociale; dall’altra, ha consentito ai giovani di superare stereotipi e pregiudizi e fare esperienza diretta della realtà carceraria. “Obiettivo raggiunto – ha detto Francesco Lo Piccolo, presidente di Voci di dentro –  il nostro non è stato mero “intrattenimento culturale”, ma un un percorso che tende a valorizzare le risorse personali, a stimolare  un’ampia riflessione sul significato e l’importanza di valori etici e civili, a ridurre la distanza fra carcere e città, favorendo processi di inclusione sociale e partecipazione attiva da parte della comunità esterna”.

(FOTO DI IRENE CIAFARDONE)