Il rapporto tra felicità e lavoro
Ricerca di modelli etico-economici e valutazione delle ricadute attuali
Lunedì 21 ottobre nell’auditorium del rettorato dell’università “G. d’Annunzio” a Chieti.
È necessario un ripensamento generale del rapporto tra felicità e lavoro, a partire da un’indagine più complessa circa il significato e le condizioni della felicità stessa. Questo l’assunto di partenza del seminario in programma lunedì 21 ottobre nell’auditorium del rettorato dell’università Gabriele d’Annunzio a Chieti.
L’incontro, basato sul progetto PRIN 2022 PNRR CHEWIE – Well-being, Humanism and Civil Economy – CUP J53D23016440001, è organizzato dal dipartimento di Scienze filosofiche, psicologiche ed economico-quantitative dell’ateneo di Chieti-Pescara, diretto da Adriano Ardovino.
“L’ultimo rapporto Eurofound (2021)”, spiega Ardovino, “descrive la diffusa precarietà delle condizioni di lavoro in Europa. Anche a seguito della recente emergenza sanitaria, i tassi di disoccupazione sono aumentati, in particolare tra le donne, e il divario di genere è ancora grave. Allo stesso tempo, il tasso a livello mondiale di persone che abbandonano il proprio lavoro ha raggiunto livelli allarmanti. In Italia, i primi sei mesi del 2022 hanno registrato un aumento del 36 per cento delle dimissioni rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (Osservatorio Inps). Questi dati sollecitano un ripensamento generale del rapporto tra felicità e lavoro, a partire da un’indagine più complessa circa il significato e le condizioni della felicità stessa. La ricerca di modelli teorici ed etico/normativi, da una parte, e la mappatura (e conseguente analisi) delle buone prassi disseminate sul territorio, dall’altra, costituiscono i principali strumenti d’indagine di cui si avvale il progetto Chewie e che il seminario di studi discute e approfondisce”.
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