Si è svolta il 26 luglio nella Sala Favetta del Museo delle Genti d’Abruzzo la presentazione degli esiti della Conferenza Nazionale sulla Salute Mentale e dei conseguenti impegni per la Regione Abruzzo.
A nome dell’intero Osservatorio sono intervenuti Tiziana Arista, Presidente dell’Associazione COSMA; Eugenio Di Caro, Presidente dell’Associazione Percorsi, Sandro Sirolli, Vicepresidente della Associazione 180 Amici e Carmine Ranieri, Segretario Regionale della C.G.I.L..
Dei contenuti discussi si era già parlato in occasione del primo incontro, nel gennaio 2020, tra l’Osservatorio neo costituito e l’Assessore alla Sanità della Regione Abruzzo dott.ssa Nicoletta Verì, ma nessuno degli impegni lì assunti sono stati realizzati.
Tra di essi l’impegno più importante, quello di costituire un Tavolo regionale peraltro previsto già, con altro nome, dall’ultimo Piano sanitario 2008-2010.
“E’ tempo di passare dalle parole ai fatti – afferma Eugenio Di Caro Presidente dell’Associazione Percorsi – Siamo pronti da tempo a confrontarci con la classe politica con la finalità di utilizzare in modo più efficace le risorse già disponibili. Non chiediamo infatti interventi dai costi esorbitanti.
Gli obiettivi principali su cui la Regione deve impegnarsi sono quello di realizzare una rete di soluzioni abitative supportate e di rafforzare le politiche per l’inclusione lavorativa e sociale.
E subito, costituire un Tavolo tecnico regionale sul tema della Salute Mentale di cui faccia parte anche l‘Osservatorio.
“A settembre ci aspettiamo la convocazione del Tavolo regionale , altrimenti dovremo mobilitarci con forme più eclatanti– aggiunge Tiziana Arista, Presidente della Associazione COSMA – Non ci vogliamo sostituire al servizio sanitario pubblico ma crediamo nella rete e nella cooperazione tra le Strutture Pubbliche, il Terzo Settore e le persone che o perché malate o perché loro famigliari hanno maturato una importante esperienza; per noi è importante che venga data centralità all’ obiettivo del rafforzamento della salute mentale di comunità; vogliamo ridurre i ricoveri e aumentare la possibilità delle persone che hanno una malattia mentale importante, di restare nel proprio domicilio o, comunque, in abitazioni civili opportunamente seguite”.
Presente in streaming anche Stefano Cecconi del Dipartimento Welfare della Cgil Nazionale che ha evidenziato i passi avanti che nell’ultimo anno si sono fatti a livello nazionale: “Due in particolare: la organizzazione, dopo 20 anni, di una Conferenza coordinata dal Governo mentre, finora, facevamo incontri solo in autogestione. Abbiamo inoltre definito il perimetro sul quale lavorare che non è la psichiatria né la salute mentale in senso generale, bensì la salute mentale di comunità, intervenire cioè in luoghi dove si può realizzare l’inclusione sociale e lavorativa”.
Nella Regione Abruzzo, il quadro non è dei migliori e non solo per colpa del Covid-19.
“Sotto il profilo dei servizi – afferma Alessandro Sirolli Vice Presidente dell’Associazione 180amici L’Aquila – c’è un impoverimento sia sotto il profilo umano che del personale addetto. In Abruzzo si è privilegiato il rapporto con il privato profit con la c conseguenza: di lunghi periodi di degenza. Nel Piano Sanitario Regionale poi è previsto che i Centri di Salute Mentale, debbano essere luoghi di cura e non semplici ambulatori; così come sono dettati gli orari di lavoro dei CSM ma, causa anche l’emergenza sanitaria, i tempi lavorativi si sono ridotti, in alcuni casi anche azzerati. La pandemia ha altresì fatto perdere molto di ciò che si era guadagnato e, ad oggi, la situazione in Abruzzo è grave al punto che l’Istituto Superiore di Sanità, ha dato la maglia nera alla nostra regione per la prescrizione di psicofarmaci e i Trattamenti Sanitari Obbligatori. A proposito di TSO, considerando l’Aquilano, le cose sono andare peggiorando: nel 2009 sono stati effettuati 8 Trattamenti obbligatori; nel 2012 (con accorpamento delle Asl e su una popolazione di 300mila abitanti circa), sono stati fatti 90 TSO di cui 40 nell’ex Asl de L’Aquila (100mila abitanti)”.
OBIETTIVI A LIVELLO NAZIONALE
I lavori del Tavolo Tecnico Salute Mentale Nazionale hanno riguardato – in coerenza con il mandato esplicitato nel Decreto istitutivo – tre aree:
- Programmazione Regionale (GdL 1);
- Analisi delle criticità nei Servizi e dell’appropriatezza dei percorsi di cura (GdL 2 e 3);
- Diritti e riduzione degli interventi coercitivi (GdL 4).
Per quanto riguarda la situazione in Abruzzo dall’analisi dello stato di attuazione del Piano d’Azione Nazionale Salute Mentale (PANSM) nelle Regioni, ad aprile 2021 si è rilevato che l’Abruzzo è una delle regioni che presentano maggiori criticità (> 6 obiettivi programmatori non attuati).
Di fatto dall’analisi emerge che in Abruzzo per quanto riguarda la “salute mentale adulti” i parametri indagati riportano un’assenza di documenti e di qualsiasi segnalazione di lavori in corso. Gli obiettivi che hanno mostrato maggiori criticità sono:
- promozione della salute fisica del paziente psichiatrico;
- diagnosi e trattamento delle persone con disturbi psichici correlati all’invecchiamento;
- prevenzione e lotta allo stigma;
- diagnosi e trattamento delle persone con disturbo della personalità;
- diagnosi e trattamento delle persone con disturbi psichici comuni;
- diagnosi e trattamento delle persone agli esordi psicotici;
- interventi tempestivi e integrati per i disturbi psichici gravi in adolescenza;
- identificazione precoce delle patologie neuropsichiche e conseguente trattamento tempestivo;
- trattamento della doppia diagnosi.
L’Osservatorio Regionale per la Salute Mentale
In seguito ad un percorso di confronto e condivisione di intenti e obiettivi comuni, è stato istituito, il 10 ottobre 2019, l’Osservatorio Permanente per la Salute Mentale. Ne fanno attualmente parte le associazioni Altri Orizzonti, ARCI Comitato Regionale Abruzzo-Molise, 180amici L’Aquila, Cosma e Percorsi e i sindacati CGIL Abruzzo-Molise, CISL Abruzzo-Molise e UIL Abruzzo ma resta aperto a nuove adesioni.
L’Osservatorio dunque si rivolge a tutti coloro che sono chiamati a gestire una malattia mentale e a coloro che, in qualità di famigliari e operatori socio-sanitari, si occupano di persone la cui vita è contrassegnata, spesso in modo importante, dalla presenza di un disturbo mentale grave che rende invalidi per tutta la vita.
L’Osservatorio si rivolge infine anche a coloro che considerano le malattie mentali come le altre malattie, non devono ledere la dignità delle persone che ne sono colpite né costituire un elemento di esclusione dall’ambiente in sui vivono: la casa, il quartiere, il luogo in cui vivono.