In un tempo in cui le trasformazioni sociali e culturali avvenivano con lentezza, i nonni rivestivano il ruolo di custodi di un sapere in cui le certezze erano il frutto dell’esperienza e di antiche conoscenze tramandate tra generazioni. Con l’affermazione delle nuove tecnologie digitali questo rapporto di continuità si è interrotto anche a seguito dell’introduzione di dispositivi e processi totalmente diversi da quelli conosciuti in precedenza. Ciò ha fatto sì che molti risultassero esclusi da questo nuovo mondo digitale, spaesati e privi di una guida in grado di traghettarli.
Sono queste le premesse alla base dell’idea realizzata a Roseto dalle associazioni Italicum, Guardie Ambientali e ADA – Associazione per i Diritti degli Anziani, che rientra all’interno delle proposte elaborate per Agire In Rete, misura del Centro Servizi per il Volontariato Abruzzo promossa lo scorso anno per favorire la strutturazione di reti tematiche, laboratori sociali e percorsi di sviluppo comunitario.
Il progetto, dal titolo “Dove andremo a finire… Come spiegare a mia nonna l’utilizzo dei servizi digitali della PA”, sarà presentato giovedì 16 marzo alle ore 10:00 presso l’Aula Magna E. Coticchia dell’Istituto V. Moretti di Roseto degli Abruzzi.
Vincenzo Casolani, vicepresidente dall’associazione Italicum descrive così l’attività ai nastri di partenza: «Le tre associazioni intendono attivare questo servizio coinvolgendo una nutrita schiera di “nativi digitali” debitamente formati allo scopo, attraverso un’esperienza formativa realizzata grazie ad un protocollo d’intesa sottoscritto con l’Istituto Superiore Moretti. L’obiettivo è quello di avviare una circolarità nel processo di sostegno alla transizione digitale e allo scambio formativo, che, oltre a generare capacità e competenze digitali sulla popolazione degli anziani, possa creare un circolo virtuoso in grado di auto replicarsi generando effetti positivi anche nelle relazioni sociali intergenerazionali. Il progetto intende promuovere e rafforzare la formazione digitale e l’integrazione sociale dei soggetti digitalmente esclusi attraverso la divulgazione delle modalità di accesso ai servizi al cittadino fruibili esclusivamente in rete e con un’identità digitale».