A meno di un mese dalla seconda edizione del Festival dei giovani dell’Appennino del 6 agosto, a Collarmele fervono i preparativi per accogliere le delegazioni giovanili provenienti da 10 paesi e 4 regioni italiane.
Nello specifico, quest’anno saranno rappresentate per l’Abruzzo le comunità di Fontecchio (AQ), Gagliano Aterno (AQ), Tremonti (AQ), Bisegna (AQ), Castelli (TE), Roccamontepiano (CH) e Salle (PE), mentre per il Lazio, la Toscana e il Molise interverranno rispettivamente giovani da Mandela in provincia di Roma, dalla frazione di Tosina in provincia di Firenze e infine da Castel del Giudice, in provincia di Isernia. Sulla scia della prima edizione svoltasi nell’agosto scorso, le delegazioni di giovani esporranno nel corso della giornata i progetti che stanno attuando nelle loro realtà territoriali, accomunate dalla piaga dello spopolamento che imperversa su tutta l’inarcatura appenninica.
L’evento vuol configurarsi quale “innesco di coesione”, un laboratorio su scala nazionale nel quale sia possibile riunirsi e discutere i modi di riabitare l’Italia di dentro federando speranze e affanni, con l’obiettivo di instaurare connessioni tra giovani di comunità lontane, scambiare idee relative allo sviluppo dei territori montani, condividere progettualità future. Franco Arminio, celebre poeta e “paesologo” nazionale presente già a coronamento della prima edizione, tornerà in veste di consulente scientifico della manifestazione e terrà uno spettacolo poetico e letterario finale che proverà a tirare le somme dell’evento, da lui definito un’opportunità «innovativa per la gioventù dell’Italia dei paesi» che se coltivata potrebbe divenire un «riferimento nazionale». In effetti, il Festival dei giovani dell’Appennino è già approdato nel dibattito nazionale concernente le aree interne: lo staff è intervenuto nel corso della prima assemblea pubblica organizzata da Officina Giovani Aree Interne (l’osservatorio civico giovanile della Strategia Nazionale delle Aree interne, sviluppata dal Ministero per il Sud e la coesione territoriale) a Gagliano Aterno lo scorso 28 giugno, dando a tutti appuntamento al prossimo 6 agosto.
L’evento, che conta il partenariato del Parco Nazionale d’Abruzzo, del Parco Naturale Regionale Sirente Velino, del circuito nazionale dei Borghi Autentici d’Italia, di Confartigianato Imprese Avezzano e del Centro Servizi per il Volontariato Abruzzo, si snoderà attraverso l’intero arco della giornata, dalle 9 del mattino a mezzanotte. Gli interventi dei giovani rappresentanti dei paesi saranno intervallati da intermezzi di carattere musicale, agonistico, performativo, mentre attorno alla suggestiva cornice scandita dall’anfiteatro di Piazza dell’Orologio saranno posizionati stands enogastronomici, artigianali, editoriali e d’altri attori del territorio regionale ed extraregionale, nel segno di quella transcalarità geografica fortemente perseguita dalla macchina organizzativa. A chiudere la manifestazione, dopo l’atteso spettacolo del poeta Franco Arminio, si esibirà la celebre Orchestra Popolare del Saltarello, già nota nei palchi nazionali per la sonorità ricercata e le musicalità antiche del repertorio, tutte riferibili alle plurisecolari danze popolari dell’Appennino.
L’appuntamento è fissato dunque a sabato 6 agosto, per proseguire quanto intrapreso nella prima edizione e, di anno in anno, provare a progettare un modo policentrico di intendere l’Italia, una strada senza ostacoli per chi cresce dove il freddo arriva prima, un ambientalismo non di passerella, l’azzeramento del consumo del suolo, un modello di sviluppo che affondi le radici nel paesaggio e che abbracci patrimonio culturale (materiale e immateriale), creatività degli abitanti e innovazione tecnologica.