Il Comitato “Per il clima fuori dal fossile” di Sulmona attacca con un comunicato la SNAM, accusata di aver ingannato il pubblico e le autorità locali in merito al suo progetto di costruzione di una stazione di compressione a Sulmona.
Il comunicato:
“La Snam è in stato confusionale. Non sapendo come venir fuori dal “cul de sac” in cui si è cacciata non trova di meglio che fare il gioco delle tre carte con le autorizzazioni relative alla centrale di compressione di Sulmona. Ma in questo modo non fa altro che peggiorare la sua situazione. Veniamo ai fatti:
Il primo marzo 2023 la Snam installa il suo cantiere a Case Pente, dopo aver annunciato al Comune di Sulmona che a quella data avrebbe dato inizio ai lavori di realizzazione della centrale, precisando che nella prima fase i lavori avrebbero riguardato gli scavi di archeologia preventiva e la ricerca di ordigni bellici. I Comitati cittadini per l’ambiente presentano un esposto alla Procura della Repubblica di Sulmona perché i lavori non potevano essere avviati, non essendo stata ottemperata la grande maggioranza delle prescrizioni “ante operam” previste dal Decreto V.I.A. quale condizione fondamentale per il loro inizio. In realtà l’installazione del cantiere è solo un escamotage per cercare di evitare la decadenza dell’autorizzazione a costruire che in effetti decade pochi giorni dopo, il 7 marzo 2023.
In ottobre il Comune di Sulmona impugna davanti al Tar dell’Aquila, chiedendone l’annullamento, le decisioni del Comitato V.I.A. della Regione Abruzzo che fuori tempo massimo, cioè ad autorizzazione scaduta, aveva provveduto a validare alcune prescrizioni.
Il 23 maggio 2024 la Snam, reagendo al “sequestro” del cantiere annunciato dai Comitati, emana un lungo comunicato in cui, tra l’altro, afferma: “Il cantiere Snam di Case Pente non è illegale e l’affermazione per cui Snam opererebbe sul cantiere relativo alla realizzazione della Centrale di compressione di Sulmona a fronte di un’autorizzazione scaduta è falsa. Snam opera nel pieno rispetto delle normative vigenti e in trasparente accordo con le amministrazioni locali e altri enti competenti. Segnatamente, i termini della pubblica utilità e l’autorizzazione alla costruzione e all’esercizio della centrale di Sulmona sono stati prorogati dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica nel luglio 2023”.
L’affermazione della Snam è una bugia clamorosa perché il Decreto al quale fa riferimento, del 14 luglio 2023, ha prorogato la pubblica utilità ma non l’autorizzazione a costruire, che è irrimediabilmente scaduta il 7 marzo 2023. La conferma viene dallo stesso Ministero dell’Ambiente. Infatti, accogliendo la richiesta di accesso atti avanzata dagli ambientalisti, la Dirigente del Settore Infrastrutture Energetiche del Ministero Avv. Maria Rosaria Mesiano scrive che il Decreto ministeriale del 14 luglio 2023 riguarda la pubblica utilità e il vincolo preordinato all’esproprio. Non c’è nessun accenno alla proroga dell’autorizzazione a costruire.
Ai primi di settembre la Snam, per dare una prova tangibile che invece la proroga esiste, colloca davanti al cantiere un cartello in cui scrive: “Ultima proroga Decreto MASE del 14/07/2023, inizio lavori 2 settembre 2024”. Ma questo cartello ha vita breve. Infatti, dopo appena un paio di settimane, viene sostituito da un altro nel quale compare sempre la scritta “Ultima proroga 14/07/2023” ma l’inizio dei lavori viene retrodatato al “1° marzo 2023”! Ma se l’autorizzazione a costruire è stata prorogata a dopo il 7 marzo 2023 – come sostiene la Snam – come mai i lavori sono cominciati il 1° marzo 2023?
Insomma, la Snam si è messa da sola in un bel pasticcio e più continua a fare il gioco delle tre carte con le autorizzazioni più rende evidente la situazione di illegalità in cui sta operando. La verità è lampante: la Snam non poteva aprire il cantiere il 1° marzo 2023 perché la gran parte delle prescrizioni “ante operam” non era stata ottemperata. E senza l’ottemperanza delle prescrizioni non può esserci il progetto esecutivo, che è indispensabile per l’avvio dei lavori. L’autorizzazione a costruire è scaduta il 7 marzo 2023 e non è stata prorogata. Da un anno e mezzo abbiamo chiesto alla Magistratura di adottare i provvedimenti che il caso richiede, compreso il sequestro del cantiere. Ma la Magistratura finora non ha preso nessun provvedimento né ha archiviato il nostro esposto. E’ normale tutto questo?”