“Pane e pace”, il 4 agosto a Scanno la seconda edizione

“Pane e pace”

L’evento “Pane e pace”, alla sua II edizione, avrà luogo presso Frattura Vecchia frazione di Scanno (AQ), Domenica 4 Agosto 2024.

La  manifestazione nasce dal progetto dell’associazione De rerum natura APS in sinergia con Angelo Di Masso, noto pasticcere originario di Scanno.

Data la grande entità dell’evento gli organizzatori saranno coadiuvati dall’associazione Rolando Martorella e dalla consulta giovanile scannese, i quali rappresentano un ausilio di tipo volontario, determinante per la riuscita dello stesso.

Obiettivo primario è comprendere il significato del pane, alimento che accompagna la storia dell’uomo fin dal Neolitico, non solo come alimento ma come simbolo di unione sociale.

Tale obiettivo sarà raggiunto attraverso l’estensione dell’invito a piccoli centri montani limitrofi e non. Il comune e la frazione, infatti, avranno l’orgoglio di ospitare produttori e associazioni di ogni genere non limitandosi così alla “semplice degustazione” del prodotto.

La giornata di sabato sarà interessata da un convegno presso “Le Anime Sante” a Scanno (AQ), nel quale produttori, imprenditori e semplici amatori delizieranno il pubblico con linee guida riguardanti la materia e il prodotto in questione seguito da un momento di convivialità.

La giornata di domenica si svolgerà nella suggestiva location di Frattura Vecchia (frazione del comune di Scanno), luogo intriso di cultura popolare e fonte di vita per le poche persone rimaste. Sarà proprio in questa location che si svolgerà la rievocazione della trebbiatura e battitura del grano; qui, attraverso i laboratori didattici svolti da personale specializzato, i partecipanti potranno imparare le basi della panificazione e infornare i loro prodotti.

Pane e pace non è solo una semplice rievocazione culinaria. L’intento, infatti, è anche quello di promuovere il territorio. Di qui la scelta della location che offre un tripudio di natura e storia e la presenza di produttori, artigiani ed esperti autoctoni e non.

Secondo l’antropologo calabrese Vito Teti, restare o tornare a vivere nei paesi “non ha a che fare con la conservazione ma richiede la capacità di mettere in relazione passato e presente, di riscattare vie smarrite e abitabili, scartate dalla modernità rendendole di nuovo vive e attuali”.

Ci sarà spazio anche per i giovanissimi, essendo loro i rappresentanti di questo momento di transizione i quali si potranno cimentare in diversificate attività laboratoriali e non.