A pochi giorni dal 20 giugno, Giornata mondiale del rifugiato, indetta dalle Nazioni Unite il 4 dicembre 2000 in occasione del 50° anniversario della Convenzione del 1951 relativa allo status dei rifugiati, si consuma l’ennesima tragedia in mare a causa della quale si temono centinaia di vittime.
La note dell’Arci L’Aquila Aps afferma: “Celebreremo questa giornata con il pensiero a tutte le vittime del naufragio del peschereccio che con a bordo 700 migranti, partito dalla Libia e diretto in Italia, è naufragato. Avvistato e avvicinato giorni fa a largo della Grecia non è stato soccorso né portato in salvo.
Anche questa ecatombe come l’ultima che si è consumata al largo di Cutro si sarebbe potuta e dovuta evitare.
Il nuovo Patto UE per la migrazione e l’asilo, letto alla luce della nuova tragedia dimostra la sua pochezza, la vacua retorica securitaria e l’ipocrita propaganda, che se perdurassero avrebbero come unica conseguenza l’aumento delle morti alle frontiere.
Come ben evidenziato da una nota alla stampa del Centro Astalli si continua a morire alle frontiere d’Europa perché:
- non vi è un’azione comune di ricerca e soccorso dei migranti ma si continuano a investire risorse sulla chiusura e l’esternalizzazione delle frontiere, facendo accordi con Paesi di transito illiberali e antidemocratici.
- manca la volontà degli Stati europei di istituire vie d’accesso legali e sicure per chi cerca protezione in Europa, unico vero strumento per contrastare il traffico e la tratta di esseri umani;
- non si ha il coraggio e l’intelligenza politica di varare un piano europeo per l’accoglienza e la redistribuzione di richiedenti asilo e rifugiati nei 27 Stati membri che superi il Regolamento di Dublino e che non sia gestito solo su base volontaria.”