Mancanza di tempo e individualismo sono i principali ostacoli alla possibilità di impegnarsi nel volontariato, mentre è proprio il tempo ad essere considerato il dono principale che, attraverso il volontariato, si può fare alle altre persone, anche se i più giovani valorizzano molto saperi e competenze. Sono queste alcune delle considerazioni sul volontariato emerse tra gli abitanti di Bergamo e Cosenza, nel corso di attività di gruppo e laboratori realizzate da Effetto Larsen e ON! nei giorni scorsi. La presentazione dei risultati è avvenuta ieri a Bergamo, durante l’iniziativa “Diamo voce alla solidarietà” promossa da Forum Terzo Settore, CSVnet e Caritas Italiana, in collaborazione con Csv di Bergamo.
La grande maggioranza delle persone che hanno partecipato alle attività sostiene che il volontariato, nel suo insieme, sia indispensabile per la tenuta sociale del Paese, e anche quello praticato sporadicamente e al di fuori delle organizzazioni viene percepito come forma di impegno molto significativa. Alle istituzioni si chiede principalmente il riconoscimento del valore che i volontari possono portare alla gestione dei beni comuni.
Durante l’evento “Diamo voce alla solidarietà”, al quale hanno partecipato anche il ministro per le Disabilità, Alessandra Locatelli, e il viceministro al Lavoro e alle Politiche Sociali, Maria Teresa Bellucci, le organizzazioni promotrici hanno lanciato un appello affinché il volontariato venga sostenuto adeguatamente.
“Come ente che rappresenta le organizzazioni di Terzo settore, vogliamo continuare un percorso di ascolto della base del volontariato, soprattutto dei più giovani, per capire in che direzione sta andando, su cui incidono le profonde trasformazioni socio-economiche e culturali degli ultimi anni. Bisogna fare in modo che le energie positive di questo Paese non vengano disperse ma che, al contrario, si uniscano all’insegna di una cittadinanza attiva e consapevole” dichiara Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum Terzo Settore.
“Testimonianza e coerenza rappresentano due concetti fondamentali in un momento in cui le persone sono alla ricerca di senso delle proprie azioni nel tentativo di uscire da un periodo denso di timori – ha sottolineato la presidente di CSVnet Chiara Tommasini -. Occorre favorire l’ingresso di nuove competenze nel volontariato, che permettano di allargare la base dei volontari, coinvolgere nuove figure, in particolar modo i giovani. E dobbiamo rivolgerci con linguaggi e narrazioni diverse anche nei confronti dei tanti italiani che dicono di non aver tempo per fare volontariato”.
“Il volontariato sta cambiando – ha affermato il direttore di Caritas Italiana Don Marco Pagniello – e la richiesta è la tutela di quelle belle piccole esperienze di volontariato che fano bene al nostro Paese e che rischiano di non sopravvivere alla burocrazia a cui sono sempre più tenuti. I giovani chiedono di essere protagonisti e solo partecipando ad esperienze forti così possono avviare processi di trasformazione”.