“L’elettore ha sempre ragione”, ci tengo – con questa massima – a fare le congratulazioni al rieletto sindaco della città dell’Aquila Pierluigi Biondi. Voglio fare gli auguri di buon lavoro a lui e alla nuova giunta di prossima formazione”. Lo ha detto il presidente dell’associazione culturale Rilindja Abdula (Duli) Salihi.
“Un augurio non solo a nome mio personale ma anche da parte di tutta l’associazione culturale Rilindja. Una competizione in cui si sono messi in gioco anche cittadini italiani di origine straniera di varia provenienza e su varie liste”.
“C’è un messaggio di fondo” – ha aggiunto – “che si cerca di trasmettere con la candidatura degli ‘italiani naturalizzati’, ma che si fa fatica a comprendere e che quindi passa inosservato, ed è per questo che intendo mettere in evidenza su carta con le dovute analisi e riflessioni: le comunità straniere, regolarmente soggiornanti da anni, sentono un grande bisogno di essere considerati politicamente parte costituente della società, attraverso il diritto di voto sancito dalla convenzione di Strasburgo 1992”.
“Questo”, ricorda Salihi, “è l’unico modo che si ha di essere ascoltati, considerati e non discriminati. Sappiamo che non è di competenza dell’amministrazione locale emanare decreti legislativi e per questo colgo l’occasione nel rinnovare l’invito ai nostri parlamentari abruzzesi affinché possa essere ripreso in Senato il tema, così come lo si è affrontato nella XIV° legislatura con l’atto parlamentare n.326. La candidatura del “naturalizzato” per ogni comunità, diventa una potenziale opportunità per esprimere le proprie richieste o necessità di comunità, ciò perché la figura rappresentativa del “consigliere aggiunto”, si è rivelata di poco interesse in quanto poco fruttuosa e a volte male interpretata.”
“Basta analizzare gli ultimi dati in merito alle elezione del consigliere aggiunto”, ha sottolineato Salihi in riferimento alle amministrative del 12 giugno che hanno visto l’elezione dell’albanese Edlira Banushaj di 49 anni: “nessuna lista si è presentata se non quella uscente. Inoltre sui 1903 aventi diritto al voto solo 54 si sono recati al voto, ossia il 2,8 %. Penso sia chiaro e plausibile il messaggio che esce da questi numeri, ovvero quello di fare un passo avanti, di scoprire il diritto di voto, coperto da anni dalla figura rappresentativa del consigliere aggiunto, e nel frattempo che dall’alto si riesca a decidere una volta per tutte se si vuole realmente l’integrazione o no. A livello locale sarebbe inoltre utile e necessario creare un canale diretto tra associazioni costituite, anche di giovani di seconda generazione, e magari un assessore al ramo. Un canale inteso come un tavolo in cui si possa discutere il programma di integrazione e supporto linguistico negli sportelli di Comune, Questura e Prefettura attraverso la figura del mediatore linguistico, una necessità di cui la città dell’Aquila avverte il bisogno da anni”.