“Appena l’epidemia ci ha dato tregua, abbiamo voluto riprendere il filo di presenza come Comunità di Capodarco, troppo a lungo silenziosa, con una riflessione che ci riguarda da vicino. Il tema scelto è stato il welfare: quella tutela che viene richiesta da chi ha bisogno di aiuto; delicatamente sono indicate le persone fragili; in realtà sono coloro che non riescono, senza adeguato sostegno, a vivere autonomamente (anziani, disabili, minori, donne sole, giovani con dipendenze …)”.
Così Vinicio Albanesi, presidente della Comunità di Capodarco presenta “Welfare umano” l’evento in programma il 24 e 25 giugno 2022 nel quale le Comunità provano a fare il punto della situazione attraverso il confronto con Guido Castelli (assessore Bilancio, Finanze e Ricostruzione Regione Marche), Stefano Laffi (sociologo, Codici Ricerca e Intervento), Livia Turco (presidente della Commissione Interventi sociali e Politiche per la non autosufficienza), Marco Bentivogli (Base Italia), Vinicio Albanesi e Riccardo Sollini (rispettivamente presidente e direttore della Comunità di Capodarco). Si attende la partecipazione del ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Andrea Orlando e della ministra per le Politiche giovanili, Fabiana Dadone.
“Al welfare- spiega il presidente della Comunità- abbiamo aggiunto l’aggettivo ‘umano’, perché la tendenza odierna, con la sigla Rsa, sta riportando indietro il mondo dell’assistenza. Con parole sincere è in atto il ripristino di nuovi istituti: a motivo dell’economia, ma anche per il disprezzo verso chi è percepito come un peso. Occorre riprendere gli ideali che, nel recente passato, hanno cambiato il volto dell’assistenza. Anche oggi sono presenti modelli rispettosi della dignità. Sono rimasti minoritari a fronte di legislazioni (nazionali e regionali) che tendono a omologare le persone in numeri: strutture numerose, minutaggio dell’assistenza, schemi di semplice degenza”.
“Catalogare persone, ridurle alla sopravvivenza, accudirle nei bisogni primari significa considerare un umano poco più che mammifero da accudire”. La burocratizzazione degli interventi e la “tendenza alla classificazione delle persone in ‘disturbi’ e in ‘malattie’, nega alla radice il rispetto della persona che, di là della propria condizione fisica o mentale, ha il diritto a vivere la vita, la più felice possibile”.
“Per operare nel mondo che abbiamo chiamato welfare umano la prima discriminante è affezionarsi alla causa”. Conclude Albanesi: “Riscoprire i luoghi, i tempi, i modi di accogliere le persone è urgente e doveroso. La Comunità di Capodarco, nella sua lunga storia, ha voluto mantenere i valori inviolabili di ogni creatura. Da qui una vera e propria campagna di sensibilità e di coinvolgimento”. A partire da questa riflessione.
Per l’occasione, il 25 giugno, sarà presentato il volume “Welfare umano”, (Collana Traiettorie inclusive, Franco Angeli). Accludiamo un estratto di alcuni capitoli.