Rigenerazione urbana ed aree bianche

Le “aree bianche” sono zone del territorio comunale vincolate dal Piano regolatore di oltre 40 anni fa, ma che, dopo un certo tempo, avevano perso tale vincolo.

I giudici del Tar fino al 2015 avevano sfornato una serie di decisioni in cui il Comune è stato sempre soccombente, per questo si rese necessaria una delibera che mettesse un punto fermo evitando, si disse, la cementificazione selvaggia di vaste zone periferiche della città. La delibera è naturalmente complessa, ma in sostanza definisce indici di edificabilità molto più bassi di quelli che erano venuti fuori dalle decisioni dei commissari ad acta nominati dal Tar.

Il principio perequativo esistente nella delibera assegna infatti il 65% di cessione per opere di interesse pubblico (verde pubblico attrezzato, parcheggi, servizi) e impone ai proprietari confinanti di operare in proposte unitarie e organiche con lotti minimi di 1.500 mq. Invece per lotti superiori ai 5000 mq sono previsti anche Piani particolareggiati che in seguito dovranno essere sottoposti all’attenzione dell’amministrazione pubblica. La normazione inoltre facilita interventi diversi dall’edificatorio residenziale in senso stretto per aprire anche a strutture di servizio. Oggi però le aree bianche sono ancora al centro dell’attenzione, inquanto alcune di esse sono diventate delle vere e proprie discariche a cielo aperto.

Queste aree, molte delle quali localizzate nella periferia cittadina sono ormai utilizzate per “lo stoccaggio” di materiale inerte di risulta proveniente dai cantieri della ricostruzione. Nell’ambito dell’aumento della qualità urbana, che è uno degli obiettivi del nuovo PRG, ci sembrerebbe un buon inizio la destinazione delle così dette “aree bianche” a verde pubblico, come per altro previsto nell’art.29 del PRG in vigore.

La rigenerazione urbana, assumendo una posizione centrale negli obiettivi generali e nelle modalità di attuazione del Nuovo PRG consente a L’Aquila di porsi in linea con i temi dell’Agenda Urbana Europea promossa dalla Commissione Europea.

Invitiamo l’amministrazione a rispondere a questa esigenza sollevata anche dal Comitato di quartiere “Amo Pettino” che in questi giorni ha iniziato una raccolta firme per chiedere più verde pubblico e panchine al posto delle discariche di materiale edile sorte nel quartiere di Pettino e in altri punti della città.

Circolo Legambiente Abruzzo Beni Culturali